Langue: Français - ISBN-10: 2-906067-19-9 - ISSN-1159-2168 (publication n°4)
Descrizione libro: Musée Dapper, Parigi. 1992. [30] p., [1] c. di tav. ripieg., 24x24 cm, cart. Bellissimo ed originale catalogo di una mostra di arte africana, contiene esclusivamente fotografie a colori su carta patinata corredate da un breve commento.
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Editore: UNIONE TIPOGRAFICO - EDITRICE TORINESE - 1960
Rilegato, pagg. 785 cm 26 x 16,5 - 198 figure nel testo - Lingua: Italiano
"LA CONQUISTA DELLA TERRA - Esploratori e esplorazioni"
Collezione diretta da Giotto Dainelli - Volume quarto della collezione
DAINELLI Giotto - GLI ESPLORATORI ITALIANI IN AFRICA
Biografia dell'autore
Biografia dell'autore
Giotto Dainelli
(Firenze 19.5 1878 – Firenze 16.11.1968)
Giotto Dainelli, figlio del generale Luigi e di Virginia Mari, nacque a Firenze il 19 maggio 1878. Vantava ascendenze illustri: il padre era imparentato con i carbonari e patrioti bolognesi Zambeccari e Ranuzzi; la madre era figlia dell’avvocato Adriano Mari (1813-1887), politico della destra che rivestì importanti cariche istituzionali. Trascorse la sua infanzia lontano da Firenze, a seguito dei cambiamenti delle sedi di servizio del padre, ed ebbe modo di conoscere l’Europa data l’abitudine della famiglia di approfittare delle vacanze estive per compiere viaggi all’estero.
Nel 1900 si laureò in Scienze naturali all’Istituto di studi superiori di Firenze, dove fu allievo del geologo e paleontologo padovano Carlo De Stefani (1851-1924), all’epoca il più illustre docente della materia (fu direttore dell’Istituto di Geologia di Firenze e accademico dei Lincei); in seguito si perfezionò all’Università di Vienna.
Dainelli mostrò subito il suo valore di studioso con le pubblicazioni geologiche e paleontologiche apparse nel 1901, le prime di una serie numerosa, estesa fino al 1967, che costituisce ancora oggi un ricco patrimonio informativo, fecondo di validi insegnamenti. Nel 1903 conseguì a Firenze la libera docenza in Geologia e Geografia fisica e dal 1914 al 1921 tenne la cattedra di Geografia nella Facoltà di Lettere dell’Università di Pisa; successivamente titolare della cattedra di geologia a Napoli fino al 1924, anno in cui, morto De Stefani, tornò a Firenze per subentrare nella cattedra di Geologia del suo maestro, tenuta poi ininterrottamente fino al 1944 e ripresa, nel secondo dopoguerra, fino al 1953.
Dainelli non fu solo uno studioso da tavolino, ma anche autore di numerosi viaggi di studio e missioni esplorative, qualificandosi come un grande viaggiatore dotato di abilità alpinistiche. Già nel 1905-1906 compì un viaggio esplorativo in Eritrea, in compagnia del geografo Olinto Marinelli, suo amico e compagno di studi. Ne riportò una ricca messe di dati e di materiali, utilizzati per il resoconto, pubblicato a Firenze nel 1912 con il titolo Risultati scientifici di un viaggio nella Colonia Eritrea. Tornò nel Corno d’Africa nel 1936-1937 con una missione esplorativa al lago Tana, da lui organizzata e diretta su incarico dell’Accademia d’Italia, della quale era membro. Da quel viaggio derivò il volume La regione del lago Tana, pubblicato a Milano nel 1939.
Importante la partecipazione del geologo fiorentino alla spedizione scientifica al Karakorum, effettuata nel 1913-1914 sotto la guida di Filippo De Filippi, e che si impose come la più rilevante e fruttuosa compiuta in quell’area. Lo scopo principale di questa spedizione asiatica era quello di completare le triangolazioni compiute dagli inglesi e dai russi nei rispettivi possedimenti in India e nel Turkestan, connettendole anche geofisicamente per mezzo di una catena di stazioni gravimetriche e magnetiche, estesa da Dehra Dun, in India, fino a Tashkent, in Uzbekistan (allora Turkestan russo), attraverso Kashmir, Himalaya occidentale, Karakorum, Baltistan e Ladakh, bacino del Tarim (Xinjiang, Turkestan cinese). L’attraversamento di zone impervie, con grandi ghiacciai, spesso ancora non raggiunte e non precisamente cartografate, favoriva anche una rilevante impresa esplorativa specialmente nei grandi ghiacciai siti all’estremità orientale del Karakorum.
Per questa ragione, oltre alla nutrita schiera di specialisti dediti alle osservazioni e ricerche geofisiche, meteorologiche, aerologiche e sulla radiazione solare, partecipò Dainelli, come geografo naturalista. Egli ebbe ampia libertà di movimento e di azione, separandosi spesso dal grosso della spedizione, lenta per il numero dei componenti e per l’ingombrante carico delle strumentazione ed anche costretta a lunghe soste per compiere i necessari rilievi; da solo, o con una piccola e agile carovana poté compiere una estesa ricognizione di tutta l’area fra Himalaya e Karakorum, che costituisce il bacino superiore dell’Indo e dei suoi affluenti.
La ricchissima raccolta di dati e materiali della spedizione sopra ricordata trovò degna e appropriata utilizzazione nelle Relazioni Scientifiche della Spedizione Italiana De Filippi nell’Himàlaia, Caracorùm e Turchestàn Cinese (1913-1914), pubblicate in 18 volumi fra il 1922 e il 1934 dall’editore Zanichelli di Bologna, e divisa di due serie. La seconda, Resultati geologici e geografici pubblicati sotto la direzione di Giotto Dainelli (12 volumi in 14 tomi, 1922-1934), impegnò vari eminenti studiosi, geologi paleontologi, botanici, zoologi e antropologi, non partecipanti alla spedizione. Lo stesso Dainelli fu direttamente autore dei volumi: 1. La esplorazione della regione fra l’Himàlaja occidentale e il Caracorùm (1934); 2. La serie dei terreni (2 tomi, 1933 e 1934; 3. Studi sul glaciale (2 tomi, 1922); 4. Le condizioni fisiche attuali (1928; insieme a Olinto Marinelli); 8. Le condizioni delle genti (1924); 9. I tipi umani (1925; insieme a Renato Biasutti); 12. Indici analitici (1934).
Dainelli pubblicò anche il diario della sua esplorazione e per completare le osservazioni compiute nel 1913-1914, tornò un nella stessa area con una spedizione da lui diretta, organizzata di concerto con l’Istituto Geografico Militare, alla quale parteciparono il tenente Enrico Cecioni (fotografo) e il capitano Alessandro Latini (topografo). Questa missione, che raggiunse zone ancora inesplorate, fu descritta da Dainelli in Il mio viaggio nel Tibet Occidentale (Mondadori, Milano, 1932, pp. XVI + 405), ed è ben descritta anche nelle sue pieghe nascoste in un articolo di Bausi e Caciolli, pubblicato nel maggio 1998 su “L’Universo”, rivista dell’Istituto Geografico Militare. Le ricerche effettuate in quest’ultima spedizione arricchirono gli ultimi volumi dei sopraricordati Resultati. Merita di essere segnalato il primo volume della serie (ma uscito nel 1934), che rappresenta ancora oggi la più completa rassegna delle esplorazioni nella regione fra l’Himalaya occidentale e il Karakorum (ottima integrazione di Southern Tibet di Sven Hedin, spec. vol. VII, 1922), aggiornata fino al 1930 e comprendente perciò l’ultimo viaggio di Dainelli e i primi di Giuseppe Tucci; la ricchissima bibliografia rimane un indispensabile strumento per ogni studioso del settore.
Nel 1944 Dainelli, dopo essere stato Podestà fascista di Firenze, seguì Mussolini a Salò (Repubblica Sociale Italiana), come direttore dell’Accademia d’Italia. Lasciato, il 1° novembre 1953, l’insegnamento universitario di Geologia a Firenze, a seguito del compimento dei 75 anni, si trasferì a Roma. Morì il 16 novembre 1968 a Firenze, dove era da poco rientrato. A suo nome risultano una trentina di specie fossili e quattro viventi e gli fu intitolata una cima dei monti Kazbek nel Caucaso georgiano.
Dotato di forte personalità, oratore efficace e brillante scrittore, Dainelli si impose fra le personalità di spicco della cultura italiana fra le due guerre. Socio dal 1919 dell’Accademia dei Lincei, e in seguito dell’Accademia d’Italia, della quale fu presidente alla morte di Giovanni Gentile negli anni della Repubblica di Salò; socio della Pontificia Accademia delle Scienze e socio corrispondente o onorario di tutte le più importanti Società Geografiche nazionali, gli fu assegnata nel 1954, dalla Società Geografica Italiana, la medaglia d’oro per i grandi esploratori.
Fu autore di circa seicento opere (fra libri e articoli) di argomento geografico e geologico, sia specialistiche che divulgative. Spaziò in ogni campo della geografia e della geologia: dalla paleontologia alla glaciologia, alla morfologia, alla geografia antropica, alla storia delle esplorazioni. Oltre alle ricerche connesse alle sue esplorazioni asiatiche e africane (Geologia dell’Africa Orientale, 1943; Gli esploratori italiani in Africa, 1960), si occupò ampiamente dell’Italia, sia in generale che di sue particolari zone: Atlante fisico-economico d’Italia, 1940 (coordinatore e in gran parte autore); Le Alpi, 1963; L’Eocene friulano, 1915; La struttura delle Prealpi friulane, 1921. Specificamente sulla sua regione si ricordano: Le zone altimetriche del Monte Amiata, 1910; La distribuzione della popolazione in Toscana, 1917.
Collaborò all’Enciclopedia Italiana; fondò e diresse le “Memorie geografiche” e le “Memorie geologiche e geografiche”.
[Scheda redatta da E. G. Bargiacchi, nel giugno 2009, per il sito web: http://www.ippolito-desideri.net ]
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Descrizione: The Shell Company of Nigeria Limited, 1960. Hardcover. John Danford (illustratore). First Edition. 4to - over 9¾" - 12" tall. Color painting illustrated. 103p. Fine copy in the original blue cloth. Publisher's deluxe full blue morocco stamped in gilt, minor rubbing of front hinge. Langue: Anglais. John Danford OBE was an artist working for the British Council in Nigeria; the Danford Collection of African Arts and Crafts is a nationally important collection at the University of Birmingham. These 48 full page colour reproductions of his paintings show the costumes, uniforms and ceremonial dress of the diverse peoples of Nigeria; the text describes the significance of the details. With a foreword by the Prime Minister of the Federation of Nigeria Sir Abubakar Tafawa Balewa. Preface by Mr. W L Stewart general manager of the Shell Company of Nigeria Limited with a blindstamp signature. Illustrations include: Benin woman chief in ceremonial dress, Festival dress for the Ekong dance Ibibio, Sir Ademola II Alake of Abeokuta, Base drummer, Ilorin local Administration police band, Mother and child Cameroons, Yoruba girl, Ilorin weaver and more. Unpaginated, navy cloth boards with bright gilt lettering on front board and spine, bright red endpapers. Boards slightly scuffed with mild edgewear; interior clean and crisp with no inscriptions.
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Dettagli del libro: Brossura - pp. 333, cm 19,5 x 12 - Lingua: Italiano - Editore: Einaudi - Collana: Einaudi tascabili - Data di Pubblicazione: 1996 - ISBN: 8806140396 - ISBN-13: 9788806140397
Descrizione: I sistemi sociali, le religioni, le arti, il profilo delle varie culture, le prospettive: un'immagine particolare della civiltà africana, aggiornata sino agli ultimi sviluppi.
Biografia dell'autore: Basil Davidson (Bristol, 9 novembre 1914 – 9 luglio 2010) è stato uno storico britannico. Viene annoverato fra i massimi esperti mondiali di storia dell'Africa, e ha contribuito in modo determinante all'evoluzione della storiografia africana moderna, denunciando l'influenza dei pregiudizi coloniali nella rappresentazione europea dell'Africa antica e rifondando lo studio della materia su basi strettamente archeologiche e documentarie.[1] Le sue opere sono utilizzate come testi di riferimento in numerose università nel Regno Unito e in altri paesi. Ha scritto numerosi libri anche divulgativi e prodotto una celebre serie di documentari dal titolo Africa.
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NRF GALLIMARD 1967. 1ère édition, broché, in f° 4 ( 210 x 270 ), le présent ouvrage ( n° 11 ) de la collection L'Univers des Formes dirigée par André Malraux et André Parrot a été réalisé sous la conduite de Albert Beuret, maquette de Roger Parry, couverture rigide toilé rouge et titre doré, jaquette illustrée, importante iconographie en couleurs et en n/b, Commentaire : L'Univers des formes, dont les titres parurent entre 1960 et 1997 dans leurs versions originelles, est une Histoire Universelle de l'Art en 42 volumes abondamment illustrés de documents souvent inédits, confiés à d'éminents scientifiques. Collection de prestige international, elle suit un plan mis au point par André Malraux - dont elle constitue la plus importante réalisation éditoriale - en prolongement de ses propres essais sur l'art. Plutôt qu'une histoire dont trop d'hypothèses devraient combler les lacunes, ce livre - l'Afrique Noire - est un panorama des multiples aspects que la création plastique revêt chez les peuples négro-africains ; agréable typographie, 449 pages + 3 cartes dont 1 dépliante + 1 table, étui cartonné.
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EROS NERO - Costumi sessuali in Africa dalla preistoria ad oggi ( tradotto in
inglese nel 1964: Black Eros: Sexual Customs of Africa from Prehistory to the
Present Day)
Editore: Longanesi & C. - Milano - Collana: Panorami scientifici 22 - Anno di edizione: 1963, prima edizione - Rilegatura: cartonato rigido in tela - Dimensione: 8° - Pag: 334
Contenuto: Stupenda monografia dell'egittologo e archeologo italiano, corredato da una superba documentazione fotografica: 251 illustrazioni in nero e a colori e 4 cartine; lingua italiana; veste editoriale molto curata, a partire dalla carta; impaginazione di Mario Monti.
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Langue : Français - ISBN-10: 285917494X - ISBN-13: 978-2859174941
IAKONOFF Serge & LONGCHAMP André - L'âme de l'Afrique : Masques et sculptures
Présentation de l'éditeur - Biographie de l'auteur
Descriptions du produit:
Présentation de l'éditeur
De lointaines racines africaines, le jazz est sorti des bastringues de la Nouvelle-Orléans pour devenir l'événement musical majeur du XXe siècle. De même, des objets étranges venus d'Afrique, sortis des malles des missionnaires, des médecins et des administrateurs coloniaux, sont passés du Musée d'Ethnographie au Musée d'Art et d'Histoire où ils ont acquis leurs lettres de noblesse. C'est un événement. Au moment où l'art africain fut révélé dans sa forme à Picasso, Matisse, Breton et les autres, notre art s'est transformé. La différence de perception entre notre approche de cet art et la sensibilité de ceux qui créèrent l'art moderne réside dans le fait, qu'aujourd'hui, le sens même des objets tribaux acquiert une importance qui fut négligée à l'époque de leur découverte. Cet ouvrage donne un éclairage sur l'incroyable paradoxe de la diversité et de la cohérence de l'art africain. Il montre, par la statuaire et son art du masque, ce qu'il y a de particulier dans la nature intellectuelle africaine et sa contribution à l'histoire culturelle et intellectuelle de l'humanité. Durant 50 ans Serge Diakonoff a parcouru le monde pour constituer une collection de plus de 900 masques et sculptures. Il nous invite ici à poser un regard sur la production artistique de l'Afrique Noire, à en discerner les différents styles et à comprendre les motivations de leurs créateurs. Par cet ensemble inédit et à travers une sélection remarquable et représentative de cet art, il nous montre des objets peu courants ou atypiques, parfois totalement absents de l'iconographie africaine classique. L'ensemble des légendes d'accompagnement, ainsi que quelques textes explicatifs, donnent une idée globale de la spiritualité de l'Afrique Noire et des raisons qui ont conduit ses peuples à produire un art autochtone d'une grande invention et d'une telle diversité.
Biographie de l'auteur
Serge Diakonoff. Né à Genève le 28 octobre 1933 de parents russes, il est jusqu'à présent resté apatride. Son père, ingénieur-chimiste, fut actif au Congo-Brazzaville dans la région de Mindouli durant les années vingt. Amoureux de l'Afrique, la chaleur de ses récits a marqué l'enfance de son fils qui, dès sa prime jeunesse, manifeste une attirance pour les arts tribaux. Serge Diakonoff a étudié à Genève où il fréquenta les écoles d'art. Son esprit marginal l'a tenu à l'écart des milieux officiels de l'art. Professionnellement, il partage son temps entre peinture et décors de théâtre. Il a exposé ses œuvres dans divers pays d'Europe et aux Etats-Unis et il a réalisé plus de 80 décors de théâtre à Genève, mais aussi à Paris, au Théâtre des Champs-Elysées, au Carré Sylvia Montfort et à l'Opéra. Il a travaillé avec François Simon, Herbert Graf, Rolf Liebermann, Jeannine Charrat, Serge Golovine, Rosella Hightower, Sylvia Montfort et bien d'autres. En 1976, il fait œuvre de pionnier en exécutant des peintures-portrait sur la peau de ses modèles, en particulier sur Miralda Rochat. Un premier livre est sorti: "Miralda ou peintures sur un visage" suivi de "A Fleur de Peau", puis "Métamorphoses". Ce travail fera le tour de la planète et ouvrira une voie à de nombreux artistes. Ayant établi des liens avec l'Afrique, il commence à acquérir des pièces dès l'âge de 20 ans, sans cesser depuis lors. Il porte un intérêt particulier à la signification des œuvres qu'il recherche et réunit ainsi une collection de plus de 900 pièces de grande diversité, couvrant l'ensemble des courants stylistiques africains. Dès 1961, il organise plusieurs expositions sur ce thème. En 1982 il a reçu la médaille de vermeille de la Société d'Encouragement au Progrès des mains de Jean Mistler, secrétaire perpétuel de l'Académie française. Deux ans plus tard, la France l'a nommé Chevalier dans l'Ordre des Arts et des Lettres. Cet ouvrage est l'expression d'un regard passionné de cinq décennies consacrées à l'Art Africain, en quelque sorte le bilan d'un collectionneur.
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LES DOGON: Notion de personne et mythe de la création
Détails sur le produit:
Broché: 156 pages - Editeur: L'Harmattan (3 mai 2000) - Collection: Passerelles de la mémoire - Langue: Français - ISBN-10: 273848235X - ISBN-13: 978-2738482358
Présentation de l'éditeur:
Spécialiste mondialement reconnue de l'Afrique centrale et de l'Ouest, Germaine Dieterlen connaît et fréquente les Dogon depuis 1937. Ce volume ouvre à la découverte du monde dogon, de la pensée dogon, et du mythe de la création qui étaie cette pensée et entretient une remarquable mémoire collective à partir de deux axes: la notion de personne et le mythe de la création.
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Descrizione prodotto: Brossura con alette, pag. 128, dimensione 29 x 24 cm, ill. colore e b&n, Edizione Istituto Salvatore Fiume - Comiso (Ragusa), 2007 - Lingua: italiana
Descrizione libro:
L'Istituto Salvatore Fiume ed il Comune di Comiso (Ragusa) hanno promosso la mostra "Africarte", dal 22 Settembre al 21 Ottobre 2007 - “Africarte” consta di una serie di opere tratta dalla collezione di Marcello Lattari a cura di Massimo Di Stefano. Il catalogo, riccamente illustrato a colori e con testi di Massimo Di Stefano, docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia BB. AA. di Roma, e Tonino Sicoli, direttore del Polo Museale di Rende (Cosenza), riflette fedelmente la qualità della mostra.
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Editeur: Kubik Editions (4 octobre 2007) - Relié: 141 pages - Langue: Français - ISBN-10: 2350830462 - ISBN-13: 978-2350830469
Biographie de l'auteur:
Passionnés par l'Afrique, sa culture et ses coutumes, Jean-Jacques et Hélène Ducos ont écrit deux livres pour enfants aux Presses de la Cité dans la collection "Rouge et or", collaboré à plusieurs reprises à l'émission de télévision Les Animaux du monde et publié plusieurs de leurs photographies dans de nombreux magazines dont Paris-Match, Stern, Epoqua...
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CARNETS DE VOYAGES - Edmond Dartevelle, un valeureux explorateur africain
Catalogue exposition - Musée du Président Jacques Chirac, Sarran, 2010 - 235 p., 52 ill. n/b., 160 ill. coul.
Cet ouvrage, qui accompagne l'exposition éponyme, recueille dans une première partie des notes et des photographies qu'Edmond Dartevelle avait pris lors de ses voyages au Congo et en Angola, dans les années 30 et 50. La deuxième partie de l'ouvrage s'attarde sur les très belles pièces collectées par Edmond Dartevelle, aujourd'hui réparties entre le Musée Royal d'Afrique Centrale de Tervuren et des collectionneurs privés, descendants de Dartevelle. L’imagerie de l’explorateur courageux au sens du XIXe siècle, homme d’action et de terrain, en marge d’une colonisation brutale et de savant à la Jules Verne parti à la conquête de savoirs sur l’histoire des peuples noirs et des formations géologiques du Bakongo va bien à Edmond Dartevelle, parce qu’il a voulu croiser ces domaines, en héritier des encyclopédistes français, rompant avec l’exiguïté de l’expert, risquant des totalisations partielles, tiré par un projet global toujours remis en question, toujours inachevé. Restent ses écrits et les chefs-d'oeuvre de l'art Kongo qu'il a collectés et qui sont les véritables sujets de la présente exposition.
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Scultura negra - A cura di Ezio Bassani e Jean-Louis Paudrat
Editore: Abscondita Milano - Einstein Carl: Scultura negra, Milano 2009. A cura di E. Bassani, J. L. Paudrat; traduzione: Carlo Ludovico Ragghianti - brossura, pp. 166. (Carte d'artisti. 110) - ISBN: 978-88-8416-201-4
"A nessuna arte l'europeo si accosta con altrettanta diffidenza come all'arte africana. La sua prima reazione è di negare che si tratti di arte, ed egli mostra la distanza che separa le creazioni dell'arte negra dal quadro mentale europeo con un disprezzo che non manca di formarsi una terminologia negativa. Tale distanza e i pregiudizi che ne derivano rendono difficile ogni giudizio estetico, anzi lo rendono impossibile, in quanto un tale giudizio presuppone in primo luogo un processo di avvicinamento. Il negro peraltro è considerato a priori come un essere inferiore che va trattato senza riguardi, e ciò che esso propone è condannato immediatamente come manchevole. Per giudicarlo si è ricorsi sommariamente a ipotesi evoluzioniste assolutamente vaghe. Alcuni se ne servivano per esemplificare un falso concetto di primitività, altri rivestivano quest'oggetto senza difesa con frasi false, parlavano di popoli venuti dalla profondità dei tempi, e cose simili. Si sperava di rintracciare nell'africano una testimonianza delle origini, di uno stato che non si era mai evoluto. La maggior parte delle opinioni espresse sugli africani si fonda su tali pregiudizi formulati per giustificare una comoda teoria. Nei suoi giudizi sui negri l'europeo rivendica un postulato, ossia quello di una sua superiorità assoluta, del tutto irrealistico".
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FORMS OF WONDERMENT: The History And Collections Of The Afrika Museum Berg And Dal, 2 Vols.
Dettagli sul prodotto:
Rilegato, Lingua Inglese - Editore: Afrika Museum, Berg En Dal (1 décembre 2002)
ISBN-10: 9071611132 - ISBN-13: 978-9071611131
Descrizione libro: Afrika museum 2002, 2 Volumi in cofanetto, catalogazione completa del museo, che comprende ogni genere di manufatti provenienti da tutto il territorio africano - cm 26x31 Cart con sovracop. Pag. 620 ill. 712.
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QUANDO DIO ABITAVA A IFE - Arte dell'Antica Africa
Dettagli sul prodotto:
Editore: ArtificioSkira - Gruppo Editoriale L'Espresso - Pubblicazione 02/2005 in occasione della mostra a Firenze, Palazzo Strozzi, 5 marzo - 3 luglio 2005 - 192 pagine Lingua: Italiano - ISBN: 8876243313 - ISBN-13: 9788876243318
ELUYEMI Omotoso, EKPO Violata, BASSANI Ezio: QUANDO DIO ABITAVA A IFE - Arte dell'Antica Africa
Descrizione mostra di Firenze - Palazzo Strozzi
Descrizione mostra di Firenze - Palazzo Strozzi
La mostra presenta 50 capolavori di arte africana provenienti dai più antichi regni dell'Africa, conservati senza esporli, nei musei Nigeriani.
Nell'esposizione si propone un'Africa "classica", alternativa all'Africa "primitiva" a cui si fece riferimento nel 900 nell'arte e nella cultura.
Nel 1958 William Fagg, lo scopritore e massimo studioso dei bronzi dell'antica Ife scriveva mettendo direttamente a confronto l'arte classica greca con quella africana:
"I dubbi che sorgono di tanto in tanto sull'origine autoctona dello stile di Ife riposano sull'opinione che un'approssimazione tanto forte alla misura classica greca non avrebbe potuto nascere nell'Africa occidentale tranne che come risultato di una concezione dell'arte sviluppatasi per secoli e attraverso stadi paragonabili a quella greca. (....) Nei fatti il naturalismo ad Atene sorse per tutt'altre cause che quello di Ife. In seguito, alla nascita di un razionalismo umanistico e al contemporaneo declino delle divinità, in seguito cioè all'intellettualizzazione della religione. Per gli antichi Yoruba, invece, sembra che il maggior naturalismo possibile sia stato richiesto proprio dalla religione stessa, ciò che vale ancora oggi".
Le fotografie in mostra sono stampe originali di Herbert List (uno dei maestri della fotografia del ‘900), custodite dal Fotomuseum di Monaco di Baviera e dal Herbert List & Max Scheler Estate.
La mostra è curata dal Dottor Omotoso Eluyemi, direttore generale della Commissione per i Musei e le Antichità della Nigeria, dalla Dottoressa Violata Ekpo, direttrice dei Musei Nazionali della Nigeria e dallo storico italiano di arte Africana, il Professor Ezio Bassani, già curatore con Carlo Ludovico Ragghianti della mostra ospitata nel 1984 a Palazzo Strozzi.
La mostra è promossa dal Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura, da Firenze Mostre e dalla Regione Toscana. Realizzata e prodotta da ArtificioSkira
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Voyage à Bandiagara: Sur les traces de la Mission Desplagnes 1904-1905, la
premiere exploration du Pays Dogon
Broché: 384 pages - Editeur : Officina Libraria - Milano (9 septembre 2009)
Langue: Français - ISBN-10: 888985443X - ISBN-13: 978-8889854433
Descrizione libro: Officina Libraria, 2009. Couverture souple. 1ère Édition. Couverture souple illustrée, 320 pages et 380 reproductions en noir et couleurs et accompagné de 10 cartes. Cet ouvrage retrace le récit de deux longs voyages : celui de Louis Desplagnes en 1904-1905 et celui que Fernando Fagnola entreprit à plusieurs reprises sur les traces de l'explorateur français entre 1984 et aujourd'hui. Au-delà d'un récit de voyage d'exploration oublié, cet ouvrage est une vivante introduction à la culture dogon, à l'art, aux rites, à la culture matérielle, mais aussi à la géographie d'un lieu.
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Langue: Français - ISBN-10: 2915258295 - ISBN-13: 978-2915258295
FALGAYRETTES-LEVEAU Christiane, GUTIERREZ Manuel, WASTIAU Boris, JORDAN Manuel, COLLECTIF:
ANGOLA FIGURES DE POUVOIR
Descriptions du produit: Présentation de l'éditeur - Biographie de l'auteur
Descriptions du produit:
Présentation de l'éditeur
Cet ouvrage d'envergure permet d'accéder au patrimoine artistique de l'Angola. Les oeuvres reproduites, d'une qualité plastique souvent exceptionnelle, témoignent de pratiques cultuelles et esthétiques, mais aussi de contacts, de rencontres et de liens entre divers peuples. Après une introduction générale de Christiane Falgayrettes-Leveau, les meilleurs spécialistes résument ici l'essentiel de leurs connaissances. Manuel Gutierrez fournit une synthèse des perspectives actuelles sur la préhistoire et l'archéologie, tandis que l'histoire ancienne, avec les structures étatiques, la traite négrière et la colonisation portugaise, est évoquée par Maria Alexandra Miranda Aparicio, qui aborde également l'indépendance, la guerre civile et la reconstruction du pays. Pouvoirs politique et religieux sont intimement liés, comme le montre Boris Wastiau. En témoignent les statuettes de culte et les insignes de dignité des Chokwe, Lwena, Ovimbundu, Lwimbi et des Songo. Parmi les réalisations les plus puissantes des Chokwe figurent les masques de bois sculpté ou réalisés à partir de matériaux éphémères. Révélateurs d'une riche cosmogonie, ils sont, comme l'indique Manuel Jordan, les piliers de la mukanda, processus d'éducation des jeunes garçons. Les rites liés à l'initiation, la divination et la guérison se sont répandus dans le nord-est de l'Angola et le sud-ouest de la République démocratique du Congo. Viviane Baeke présente la faculté de transformation des objets utilisés par des groupes tels les Nkanu, Suku, Yaka et Zombo. Barbaro Martinez-Ruiz pose, quant à lui, un regard nouveau sur l'esthétique et la fonction des arts kongo, tout particulièrement sur le nkisi, élément " incontournable " des pratiques religieuses. Dans le sud-ouest de l'Angola, des figures de fertilité accompagnent les jeunes filles et empruntent des formes très stylisées. Leur fabrication et leur usage sont évoqués par Maria do Rosario Martins et Maria Arminda Miranda. La dernière section de l'ouvrage est consacrée à l'art contemporain : Adriano Mixinge révèle comment Antônio Ole, l'un des plasticiens angolais les plus considérés, renouvelle son oeuvre. L'artiste fait appel à plusieurs disciplines, peinture, sculpture, installation, tout en portant une attention particulière aux objets du patrimoine culturel angolais. Angola, figures de pouvoir, dont l'iconographie s'appuie sur les oeuvres et sur des photographies de terrain, permet à un vaste lectorat de découvrir des richesses qui méritent d'être mieux connues.
Biographie de l'auteur
Christiane Falgayrettes-Leveau, directeur du musée Dapper, est spécialiste des arts et des littératures d'Afrique subsaharienne ; elle est auteur ou coauteur des ouvrages liés aux expositions dont elle est commissaire. Manuel Gutierrez, docteur en anthropologie, ethnologie et préhistoire, est maître de conférences habilité à diriger des recherches à l'université Paris-I Panthéon- Sorbonne. Maria Alexandra Miranda Aparicio, docteur en sciences de l'information et en documentation, est directeur des Archives nationales d'Angola. Boris Wastiau, docteur en anthropologie et spécialiste des cultures de l'Angola et du nord-ouest de la Zambie, est directeur du Musée d'ethnographie de Genève. Il a contribué à de nombreuses expositions et publié des ouvrages, notamment sur le colonialisme en Afrique centrale et sur les arts de l'Afrique. Manuel Jordan, docteur en histoire de l'art africain, est l'une des références sur les arts et les cultures des peuples de l'Angola et de la Zambie. Il a été commissaire d'expositions sur les arts africains, notamment au Birmingham Museum of Art et au Cantor Center for Visual Arts de l'université de Stanford (Californie). Barbaro Martinez-Ruiz, historien de l'art, se penche dans ses recherches sur les cultures africaines et caribéennes, notamment sur les pratiques religieuses. II est professeur assistant au département d'art et d'histoire de l'art de l'université de Stanford. Viviane Baeke, docteur en anthropologie sociale, est conservateur adjoint à la section d'ethnographie du Musée royal de l'Afrique centrale, àTervuren. Elle s'attache à l'étude comparative des systèmes de pensée en Afrique centrale, en particulier en République démocratique du Congo. Maria do Rosario Martins et Maria Arminda Miranda travaillent au Museu Antropolôgico do Museu de Historia Natural da Universidade de Coimbra, occupant respectivement des postes de conservateur et de responsable du service éducatif. Adriano Mixinge, historien et critique d'art, a publié des articles et des ouvrages sur l'art contemporain, plus particulièrement sur les plasticiens angolais. II est, par ailleurs, conseiller culturel à l'ambassade d'Angola en France.